Spesso nei percorsi di Orientamento e selezione si chiede: “Quali sono i tuoi valori?”.
Se c’è una domanda che, in anni, ho visto mandare in crisi giovani studenti e studentesse
dell’obbligo scolastico, apprendisti/e con ogni tipo di titolo (master incluso), ma anche
azzimati impiegati di lungo corso è proprio questa.
La mancanza di chiarezza in merito a cos’è un valore è fortemente indicativa dei tempi in
cui viviamo, e non sarebbe nemmeno giusto pensare che di queste cose non si parla.
Infatti ormai gran parte delle campagne pubblicitarie dei marchi di successo si basa sulla
narrazione di emozioni collegati a prodotti più che sulle specifiche qualità del prodotto.
E da cosa nascono le emozioni?
Dal fatto che c’è qualcosa nel modo in cui viene presentato che va in risonanza con parti di noi.
Un’allieva anni fa mi ha dato la definizione migliore di valore: “Qualcosa a cui non si è
disposti a rinunciare per vivere bene con sé e con gli altri”. Il guaio è che nella maggior
parte dei casi, anche per un fraintendimento sul termine, a valore viene abbinato il
significato economico. Quando si è fortunati si arriva ad avere famiglia, amicizia, onestà.
Il guaio vero è che la maggior parte dei valori che interessano alle aziende rimane sotto
traccia o comunque molto lontano dai radar. Sta al bravo selezionatore/orientatore farli
emergere e riuscire a capire, a leggere fra le righe delle risposte ricevute, se per un
candidato conta di più la lealtà o l’ambizione, la puntualità o l’efficacia, la precisione o la
creatività. Tutte cose che poi vanno fatte combaciare con l’azienda, da un punto di vista
generale, con il gruppo di lavoro/business unit in particolare.
Premesso che una business unit interna all’azienda non può permettersi il lusso di derogare dai valori aziendali, ci possono però essere dei momenti in cui l’ordine di alcuni valori e di priorità vari, ma non deve mai venire meno la loro presenza e il periodo di variazione deve essere motivato da circostanze ben precise documentate.
Gian Franco Buscemi durante il suo intervento dello scorso anno in Academy Orientamento La Bussola da Carteggio ha proprio fatto l’esempio che una cosa importante nel formare un gruppo non è solo la presenza di competenze ma anche la capacità e l’attenzione al gioco di squadra.
Un concetto illustrato magnificamente nel film “La ricerca della felicità” di Muccino con Will Smith che si presenta a un colloquio di lavoro vestito in canottiera e spiega immediatamente il perché, creando immediatamente un clima empatico con un
gruppo di selezionatori a prima vista non ben disposti nei suoi confronti.
(Trovate qui il linkal discorso
Ora il punto focale del discorso è proprio questo: quanto coincidono i valori della vostra azienda con i vostri?
Perché è focale ?
Perché se c’è troppa distanza e differenza fra quanto accade sul posto
di lavoro e quello che sentiamo noi, la qualità del lavoro ne sarà fortemente influenzata in
negativo.
Viceversa se invece c’è sintonia piena i primi a sentirsi appagati, allineati alla
mission aziendale saremo noi e gli esiti e gli effetti si vedranno.
Molto interessante questo spunto di riflessione sui valori, parola chiave che ci sta molto a cuore ad Academy Orientamento La Bussola da Carteggio e interessante il tema in relazione al gruppo e al rapporto con le persone, non solo in termini di allineamento con i valori dell'azienda!
Molto interessante questo spunto di riflessione sui valori, parola chiave che ci sta molto a cuore ad Academy Orientamento La Bussola da Carteggio e interessante il tema in relazione al gruppo e al rapporto con le persone, non solo in termini di allineamento con i valori dell'azienda!