"Un piccolo passo per noi, una grande sconfitta per la pigrizia".
Ricominciare dopo le ferie non è mai facile, i consigli abbondano e le buoni intenzioni si sprecano come a Capodanno, il problema è rimanere fedeli, far coincidere la teoria con la pratica, crederci insomma e non cedere alla cultura dell'alibi e alla moda dello sconto o peggio alla tentazione della pigrizia.
Ai miei nuovi allievi, che vedo in questi giorni per la prima volta, così come a quelli vecchi che conosco meglio rivolgo sempre lo stesso invito/esortazione, quella che ogni mattina mi accompagna al risveglio: tre volte un bel vaffa alla pigrizia intesa non solo come inerzia, apatia ma come un invito a mettere da parte le tentazioni peggiori (il caffè in più, la passeggiata in meno, la pagina da non leggere, il compito da non fare, il bicchiere di vino da non bere) e concentrarsi sul bello che c'è dall'altra parte, sulla sensazione positiva di aver sfidato e vinto sé stessi.
Un vecchio detto dei nativi americani lo dice chiaro: "Il vero guerriero non è quello che uccide più nemici, ma quello che sottomette se stesso".
Molto difficile ma anche altrettanto stimolante, non possiamo infatti pretendere di cambiare il mondo se non siamo noi i primi ad affrontare il rischio del cambiamento, accoglierlo e viverlo.
Per cui il suggerimento concreto che rivolgo a tutti è quello di prendere un foglio e dividerlo a metà: da una parte i più ovvero le cose che dovremmo fare e ci costano più fatica, dall'altra mettere i meno ovvero le cose che ci fanno meno bene e fanno stare peggio come conseguenze.
A quel punto abbiamo degli obiettivi che invito tutti a mettere semplici (salire le scale anziché prendere l'ascensore, telefonare anziché mandare messaggi vocali (anche di 7 minuti), mangiare un frutto anziché un biscotto, bere mezza bottiglia d'acqua in più e una birra in meno).
Cominciamo dai più semplici e tiriamoci sopra una riga nel momento in cui l'abbiamo fatta, poi guardiamo come ci sentiamo e diciamoci: "Bravo!" e poi avanti con un secondo.
Poco a poco a forza di fare ciò che dobbiamo cominceremo a fare il necessario fino a scoprire che stiamo facendo qualcosa che poco prima sembrava impossibile.
Ogni piccolo grande viaggio comincia muovendo un passo, il primo.
Forza! E buona lenta, ma costante e inesorabile, ripresa.
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