Turnover Alto, Dove è la Leadership?
- Shirin Abbasiasbagh
- 9 ott 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Sentiamo e leggiamo sovente le storie dei dipendenti delusi che lasciano il lavoro per trovarne altro con la speranza di sentirsi più apprezzati. Spesso la reazione delle aziende di fronte alle dimissioni è cadere dal pero, come se fosse un atto non aspettato né immaginabile, una sorpresa sorprendente oppure un gesto improvviso di tradimento.
Ma veramente è cosi?
Veramente è cosi difficile capire chi e quando inizia a demotivarsi? Quando i suoi giorni NO aumentano sempre di più? Quando inizia a staccarsi dal suo lavoro, dall’ambiente intorno? Veramente per scoprire il “Disengagement” serve la scienza o una lente dell’ingrandimento, un microscopio? È veramente impossibile vedere e notare questo sentimento di distacco nascere e crescere sempre di più ogni giorno? In ogni gesto e cambiamento comportamentale? Cambio dell’attitudine? Veramente non si può vederlo in ogni dettaglio quotidiano?
Oppure dobbiamo pensare che si, non lo si vede perché chi di dovere, non guarda mai la faccia dei suoi dipendenti quando lo salutano, quando gli risponde (se gli risponde) spesso non osserva la loro faccia, non capta il loro linguaggio non verbale, sente la loro voce ma probabilmente non comprende nemmeno ciò che di paraverbale accompagna le loro parole. Non viene compresa la mancanza dell’entusiasmo, voglia di far parte della comunità e gruppo. Forse perché spesso non si chiedono ai propri dipendenti “come stai?” con un interesse vero per conoscere la risposta e nel caso che servisse approfondire.
Oppure forse ancora peggio, che di cambiamenti ci si accorge ma ci si passa sopra perché le cose importanti di cui occuparsi sono altre. Perché si pensa che i dipendenti non trovano di meglio e quindi rimangono per costrizione, perché si pensa che i malesseri vanno e vengono e quindi basta fingere che non ci sono per farli passare.
In tutto questo però tutti sanno riempirsi la bocca con delle parole che danno un certo tono agli argomenti come “la forte Leadership” e “Leader Carismatico” e simili.
Ma in tutto questo esiste un vincente e un perdente? Ci vogliamo pensare un attimo?
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